Nella “prima” di Raffaele Palladino si può salvare … il secondo tempo. Il nuovo tecnico tuttavia, a Napoli, non avrebbe potuto certo fare miracoli come San Gennaro. E al “Maradona” anziché sciogliersi il sangue, come da tradizione partenopea, a farlo è stata ancora la formazione nerazzurra nella prima parte. Tre gol dal Sassuolo nell’ultima disfatta con Ivan Juric, tre in un tempo contro i campioni d’Italia, che portano a 17 la striscia d’imbattibilità davanti ai loro tifosi. Dopo l’intervallo dentro Scamacca per Pasalic e Kossonou per Ahanor: i nostri, con il centravanti di ruolo e approfittando di un calo fisico dei padroni di casa, cambiano ritmo avendo ben poco da perdere e cambiano faccia. A preoccupare, pronti via, il fil rouge con il vecchio corso e di una squadra che sembra rimasta a fine settembre, alla seconda ed ultima vittoria a Torino (21 settembre) contro i granata. Quel 3-0 aveva illuso, Champions a parte (cammino che la dice lunga…) il resto dell’iter ha deluso. E continua a farlo. Perché David Neres non segnava dal gennaio scorso a Firenze, ne ha fatti due in 45′: il primo, su invenzione dell’ex Hojlund (18′), quando ha spaccato in due la difesa facendo secco Carnesecchi; il secondo sfruttando un filtrante di McTominay gentilmente concesso da un rilancio rivedibile del portiere (38′) e stoccata radente. I bergamaschi completano una prima frazione da cancellare (tre tentativi lontani dai pali di De Ketelaere, Pasalic e Zappacosta) rivitalizzando anche Lang all’ultimo giro di lancette: cross al bacio di Di Lorenzo e “zuccata” dell’altro esterno di Conte, oggetto piuttosto misterioso fino a stasera. Poi, come detto, l’appiglio su cui impostare la ripartenza fatto d’aggressività e coraggio. Scamacca (52′) gira pregevolmente in rete un cross di Bellanova e dà fiato alla squadra. L’attaccante impegna Milinkovic-Savic anche al 66′ mentre poco prima si era acceso anche CdK il cui sinistro non va lontano dall’incrocio. Per il resto tanta generosità e uno spirito, almeno nelle intenzioni, che non si vedeva da un pezzo. Eccolo il classico gancio in mezzo al cielo nell’1-3 in Campania.
Il commento al match è di Filippo Grossi, giornalista sportivo ed economico ed insegnante. Profilo poliedrico altamente specializzato e, soprattutto, 100% nerazzurro.
SALVIAMO LA REAZIONE – “Ci aspettavamo inizialmente un’Atalanta diversa invece è stata infilata da un Neres in stato di grazia. Che però ha fatto male con l’evidente complicità della difesa. Nella ripresa con l’ingresso di Scamacca è stata messa, finalmente, una marcia diversa. Gianluca ha dato più peso offensivo e una bella sferzata anche con una grande rete. Difficile comunque pensare di rientrare in partita sul 3-1”.
VIRATA CERCASI – “Per dare un giudizio su Palladino ovviamente è troppo presto. Evidentemente però non era tutta colpa di Juric, sebbene stasera già un atteggiamento più propositivo e più vicino a Gasperini si sia intravisto. Logico che adesso sia indispensabile tornare il prima possibile alla vittoria anche perché non si può vedere la squadra in questa posizione di classifica. Resta la fiducia, ma va ritrovata la compattezza dei giorni migliori perché non vorrei guardare chi sta dietro anziché chi sta davanti”.
ZOOM SULLA DIFESA – “Già con la Fiorentina la squadra deve approcciare con l’intraprendenza della seconda parte, possibilmente con una difesa meno ballerina. D’accordo che non si trattava dell’avversario più comodo da affrontare in trasferta però non si può pensare di subire continuamente cosi tanto. Al contempo l’auspicio è che i big tornino a tirare fuori il loro meglio, un qualcosa che oggi si è visto solo fino ad un certo punto”.
Federico Errante
