Raffaele Pappadà è un volto noto ed eclettico del giornalismo sportivo su scala nazionale. Telecronista, responsabile della redazione di RadioTv Serie A, voce di Mediaset, ma anche podcaster. Per tratteggiarne la figura e trovare la miglior definizione basta accedere al suo profilo Instagram: “Condivido emozioni”.
Atalanta alla sosta imbattuta in campionato. Te l’aspettavi?
“Non a questi livelli. Ho sempre pensato che ci fossero giudizi troppo negativi intorno alla squadra e alla figura di Juric. Ma al tempo stesso mi attendevo comunque delle scosse di assestamento un po’ più profonde dopo la fine di una gestione lunga come quella di Gasperini. Vero che il club è stato bravo ad andare in “continuità” con un allenatore che conosce molto bene il sistema di gioco e la strada tracciata da Gasp però è anche vero che, in queste prime giornate di campionato, l’Atalanta mi ha comunque sorpreso in positivo in diverse situazioni. Soprattutto a Torino con la Juventus quando poteva anche fare il colpaccio”.
La mano di Juric. Il tecnico sta già mettendo all’angolo tutti gli scettici?
“Se consideriamo quello che si sentiva in estate, assolutamente sì. Ha ribaltato tutti gli scetticismi che c’erano su di lui i figli di una stagione sicuramente negativa però insufficiente, a mio modo di vedere, per appiccicargli l’etichetta di tecnico fallito o finito. Alla Roma non si può dire di no pur a fronte di oggettive difficoltà ambientali, forse si può discutere la scelta di accettare la panchina del Southampton. Questo tuttavia è anche il bello del calcio della vita, visto che in una situazione del genere è riuscito a trovare qualcosa di positivo ossia Kamaldeen Sulemana che, non per nulla, ha voluto a Bergamo”.
Questa Atalanta può mantenere lo status di big?
“Sì, è appena dietro le squadre che possono vincere lo scudetto. E’ una formazione che resta indigesta per gli avversari poiché credo che nessuno sia felice di incontrare l’Atalanta in questo momento. Ancor meno in chiave futura perché ancora grossi margini di miglioramento con il reintegro di Lookman nonché con il progressivo ulteriore adattamento di giocatori nuovi come Krstovic e Sulemana oltre alla crescita di ragazzi come Samardzic“.
Con Lookman tirato a lucido c’è chi dice che questo organico, pur senza il capocannoniere della scorsa stagione, sembra più forte e completo di quello dell’ultimo Gasp. Il tuo pensiero?
“Può essere vero. Logico che dobbiamo considerare tutti gli elementi in uno stato di salute effettiva e alta perché Scamacca e Lookman possono spostare gli equilibri non di poco. Sicuramente, al completo, è un organico molto forte anche perché sono rimasti a Bergamo giocatori come Ederson. Se Juric, come è stato fin qui, sarà bravo a motivarli e a metterli nella giusta rotazione in base ai vari impegni, l’affermazione ci può tranquillamente stare”.
Lazio senza il Taty, nerazzurri con CdK. Il belga può essere il nuovo leader?
“Leader non lo so, leader tecnico può esserlo. Per essere leader, per quanto abbia dimostrato comunque di saper tirare fuori delle qualità anche di temperamento che non si erano viste al Milan, forse non è il tipo di giocatore in grado di diventare leader, In questo vedo sempre più avanti de Roon ed Ederson”.
Una Lazio a dir poco oscillante che, come detto, sarà senza il suo centravanti di riferimento. Quanto rischia a Bergamo?
“L’assenza di Castellanos è molto pesante per i biancocelesti perché in questo caso lui sì che è il leader. Dà sempre l’esempio, lotta su tutti i palloni, ne recupera tantissimi ed è diventato molto bravo anche nel mettere i compagni nelle condizioni di segnare. Si tratta di un centravanti che fa gol e li fa fare perciò è una defezione ancor più importante in un momento delicatissimo. Dal lato dei ragazzi di Sarri questa diviene dunque una trasferta ancor più dura”.
Federico Errante
