Dalla nebbia di Verona esce un’Atalanta sorprendentemente irriconoscibile. Sorpresa dalla verve dell’ex ultima della classe (a braccetto con la Fiorentina), incapace di rialzarsi dopo aver infilato tre vittorie consecutive senza reti al passivo. In Veneto, invece, un 3-1 che rappresenta una brusca battuta d’arresto proprio nel momento in cui le ali sarebbero state da spiegare. E invece sono state tarpate dai ragazzi di Zanetti, che trovano la prima gioia del loro campionato e che non battevano la Dea dal 2016.
L’Atalanta sembra iniziare con il piede giusto e Montipò si deve impegnare due volte per evitare la capitolazione. Il pallino sembra nerazzurro e proprio quando questa convinzione comincia a prendere quota, ecco al doccia fredda. Al minuto 28 ripartenza di Mosquera, Belghali è bravissimo a mettere a sedere Djimsiti e a scaricare sotto la traversa un gran sinistro. L’Hellas si esalta con lo spirito di chi ha un disperato bisogno di punti e trova il raddoppio dopo 9′ quando Giovane calcia e trova sulla traiettoria la deviazione fatale dell’ex Hien. Allora Palladino cambia prima all’intervallo (Scamacca e Kolasinac per Krstovic e Kossounou), ma è il Verona che rischia di mettersi in difficoltà da solo quando Montipò si deve superare per togliere dalla porta una deviazione di Niasse. Poi Mosquera calcia a lato di poco quasi a ribadire che il trend non è variato, ragione per cui – al 61′ – entrano Pasalic e Zalewski per Ederson (evanescente) e Zappacosta (non molto meglio del brasiliano). Eloquente che i bergamaschi esauriscano i cambi a 20′ dal termine quando Samardzic rileva Cdk. Proprio il serbo, al primo pallone, chiede a gran voce un rigore per un fallo di mano di Bella-Kotchap. Sull’immediato contropiede, giusto per mettere sale sulla ferita, Giovane (71′) imposta da manuale e Bernede fa 3-0. Al 77′ Scamacca calcia, pallone sulla traversa ma sulla traiettoria nuovamente Bella-Kotchap tocca con la mano. Stavolta Mariani viene richiamato al Var e Scamacca trasforma il conseguente (ineccepibile) rigore all’81’. Ma il ritorno al gol del bomber resta la sola magra consolazione del sabato sera.
Il commento del match è di Paolo Bonazzi, conosciuto dal mondo dello sport per essere il capitano dell’Olimpia Tennistavolo nonché coach e uno dei preziosissimi elementi-cardine della società di Borgo Palazzo. Quanto all’ambito lavorativo in senso stretto, invece, fa parte dell’area amministrativa di Zanetti Spa.
DIFFERENZA DI MOTIVAZIONI – “Nello sport, nella maggior parte dei casi, oltre alla tecnica ed al valore dei giocatori, la differenza la fa la motivazione. Stasera il Verona l’aveva, l’Atalanta no. Probabilmente la squadra è entrata in campo scarica pensando di poter “gestire” l’ultima della classe quindi non con il piglio adeguato”.
SCAMACCA IN PANCA – “A mio parere, su questo fronte, anche Palladino ha dato un messaggio sbagliato lasciando in panchina Scamacca a favore di un Krstovic inconsistente. D’accordo far riposare Gianluca, ma il segnale non è stato comunque incoraggiante”
EPPURE QUEL RIGORE… – “Pur in una serata negativa e detto che il Verona ha vinto con pieno merito, l’episodio che avrebbe potuto far girare la partita lascia qualche perplessità. Perché passare dal possibile 1-2 allo 0-3 non è esattamente la stessa cosa. Il fallo di mano sarebbe da rivedere, ma i dubbi restano”
LATITUDINI – “Non tutti probabilmente si sono resi conto che l’Atalanta deve pensare ad una stagione diversa dal solito. Potrebbe essere, speriamo, comunque in Europa. Ma non nella competizione per eccellenza. Più che con il Chelsea martedì, vedremo la reazione con il Cagliari. Un confronto, a maggior ragione, da non bucare”.
Federico Errante
